Architettura / trasformazione


Il nucleo del Castel Schlandersburg (Castello di Silandro) risale al XIII secolo ed è costituito da una torre residenziale, le cui tracce sono ancor oggi riconoscibili. Elevato al rango di residenza nobiliare all’inizio del XVI secolo, il complesso è ampliato e trasformato nel 1600 dai conti von Hendl. Nel corso dei secoli successivi la costruzione conosce l’avvicendamento di proprietari e destinazioni diverse sino a divenire, negli anni ottanta del secolo scorso, bene pubblico.  L’intervento di recupero, avviato nel 1993, prevede di riutilizzare parte del castello come sede della biblioteca della Val Venosta e di uffici della Provincia di Bolzano, nonché la realizzazione di un’abitazione per il custode. Lungo il bordo ovest del complesso, formalmente meno definito, sono realizzati due nuovi volumi di altezza limitata, finiti esternamente a intonaco, le cui stilature orizzontali sono accentuate dall’inserimento di profilati a “U” in acciaio zincato. L’accesso alle funzioni ospitate nel castello avviene attraverso il cortile principale inferiore, dal quale muovono tutti i percorsi – sorta di “sentieri” marcate con guide luminose inserite nel pavimento degli ambienti interni – che guidano gli utenti ai diversi piani. Il progetto si adatta alla stratificazione del castello, calibrando i nuovi  interventi e i materiali in rapporto alle tracce storiche in esso conservate: dal semplice ed essenziale pavimento in cemento grigio realizzato al piano terreno, in accordo con il prevalente carattere “medievale” degli ambienti, ai materiali piú raffinati utilizzati negli spazi “rinascimentali” del primo piano, sino ai rifacimenti piú rilevanti del secondo piano e del sottotetto, ove il materiale impiegato, per le pavimentazioni e per gli arredi, è il legno. Il rapporto tra nuovo intervento e preesistenza è maggiormente evidente nella biblioteca: gli ambienti, distribuiti su quattro livelli, sono serviti esternamente da una scala in metallo inserita nel nuovo corpo di fabbrica affiancato al fronte ovest del complesso; l’ultimo piano della biblioteca è configurato come un’unica sala su due livelli, illuminata da un lucernario ritagliato nella copertura, in cui sono state inserite due piccole “casette”, collegate da un ponte, per accogliere sale di lettura riservate.

 

Tratto dal libro “architetture/architekturen WERNER TSCHOLL di Marco Mulazzani. Milano: Electaarchitettura 2013 p. 46

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